Storicamente lo sviluppo di tutte le fortificazioni medievali segue l’evoluzione degli armamenti.
Considerato che Sorrento era naturalmente protetta, per la sua posizione, dalla costa alta sul versante settentrionale e dai valloni sui due fianchi a ponente e levante, la difesa del versante settentrionale era affidata alle imponenti muraglie. Le muraglie, interrotte da bastioni e torri, erano gli elementi principali della difesa urbana. Davanti a questo settore delle mura, era stato previsto lo scavo di un fossato esterno, per ostacolare o rallentare l’avanzata dei nemici. Il fossato venne riempito a partire dal XIX secolo, sull’ onda degli importanti cambiamenti urbanistici e viari della città.
La difesa delle mura era affidata a 4 bastioni, che portavano i nomi dei 4 vescovi e santi protettori di Sorrento. Il primo era il bastione San Valerio, sul lato più occidentale, seguito dal bastione di Sant’ Antonino, visitabile al suo interno; all’estremità della successiva cortina si incontrava il Bastione di Sant’Attanasio anche detto “di Bagnagatti”, mentre alla fine, sul margine del vallone, vi era il Bastione di San Renato.
Tutti i bastioni erano attrezzati con cannoniere e garette, cioè delle piccole torri per le sentinelle.
Durante l’ ultimo rifacimento della fortificazione, avvenuto durante il periodo spagnolo del 1500, l’architetto seguì la seconda regola per la distanza dei bastioni: “che tutte le parti della fortificazione, discoste non siano, che il tiro di un moschetto”.